Questo il logo della campagna Legambiente che ha raccolto l'autunno scorso oltre 100 mila firmatari

venerdì 22 aprile 2011

A Milano la battaglia al sacchetto di plastica è vinta! Lo dice anche la Camera di Commercio.

A Milano il sacchetto di plastica è definitivamente sconfitto. I dati parlano chiaro: il 60% dei milanesi usa borse riutilizzabili anche se il 20%, una minoranza, ancora non può fare a meno del vecchio caro sacchetto alla cassa. È quanto emerge da una ricerca condotta dalla Camera di Commercio che mette in luce il fatto che i comportamenti dei consumatori sono cambiati irreversibilmente: nell’ultimo anno, l’uso della borsa della spesa riutilizzata come contenitore per la spazzatura è quasi dimezzato, con un risparmio di 84 milioni di pezzi. La ricerca rivela, inoltre, che ogni famiglia milanese ha in casa, in media, ventidue sacchetti di plastica, di cui tre nuovi ogni settimana che provengono per lo più dai supermercati. Solo cinque si trasformano ormai in contenitori per la spazzatura mentre per imbustare la spesa i milanesi scelgono varie soluzioni. Le più amate sono le borse di stoffa, le famose shopping bag riutilizzabili, seguite dalle le borse con le ruote. Pochi scelgono ormai i sacchetti nuovi e ancor meno di portarsi da casa i sacchetti vecchi (solo il 12%).

lunedì 18 aprile 2011

Il Consiglio di Stato conferma lo stop ai sacchetti di plastica

Il Consiglio di Stato ha confermato il divieto alla commercializzazione delle buste di plastica. Un decisione che conferma che l’innovazione ha vinto ancora una volta contro il vecchio modo di fare industria. E' l'ennesima conferma che la battaglia per il divieto di commercializzare shopper di plastica usa e getta era giusta fin dall’inizio. La sentenza di conferma del Consiglio di Stato viene dopo quella del Tar del Lazio che sanciva il divieto di commercializzazione delle buste di plastica in vigore dallo scorso primo gennaio e dopo il ricorso di Unionplast e quattro aziende produttrici di shopper non biodegradabili contro il Ministero dell’Ambiente a fianco del quale, invece, si era schierata Legambiente. Anche la stessa Commissione europea sta studiando a livello comunitario una misura analoga al bando italiano.