Questo il logo della campagna Legambiente che ha raccolto l'autunno scorso oltre 100 mila firmatari

venerdì 11 marzo 2011

Al bando i sacchetti di plastica. In Liguria tornano le ‘retine’

No all’usa e getta, si all’usa e riusa; meglio i sacchetti biodegradabili, molto meglio se riutilizzati. E’ lo slogan della campagna regionale «Senza plastica Liguria più bella», accolta di buon grado dall’amministrazione comunale spezzina allo scopo di promuovere fra i cittadini un cambiamento delle abitudini quotidiane, orientate ad un maggior rispetto dell’ambiente.

Da "La Nazione" del 10 marzo. Per leggere l'intero articolo: http://www.lanazione.it/laspezia/cronaca/2011/03/10/471729-bando.shtml

giovedì 10 marzo 2011

La plastica sta uccidendo le tartarughe nel mare Adriatico

Una su tre ne ha un po’ nella pancia. Fra le tartarughe trovate morte, una su tre ha frammenti di plastica nel tubo digerente. Come minimo questi detriti sottraggono spazio al cibo. Come massimo provocano occlusione e morte. Lo ha documentato una ricerca dell’Università di Zagabria fresca di pubblicazione sul periodico scientifico Marine Pollution Bulletin. L’inquinamento chimico dell’Adriatico è noto e studiato da tempo: ma è la prima volta che gli scienziati si occupano dei rifiuti solidi. E hanno scoperto che la situazione è seria. Anche se i siti di riproduzione sono più a Sud, l’Adriatico settentrionale è un luogo molto importante per le tartarughe di mare: le acque costiere sono basse e tiepide, ed è uno dei pochi luoghi del Mediterraneo in cui anche le tartarughine giovani possono nutrirsi di organismi bentonici, cioè che vivono sui fondali.Però sui fondali c’è anche la plastica. Gli studiosi di Zagabria hanno effettuato l’autopsia su 54 tartarughe che il mare ha buttato a riva morte, o che sono morte impigliate nelle reti dei pescatori. Ebbene, un terzo di questi 54 animali aveva frammenti di plastica nel tubo digerente: sacchetti per la spesa, imballaggi, cordini, polistirolo espanso, filo per la pesca. Una tartaruga aveva addirittura ingerito 15 pezzi di plastica, che occupavano quasi per intero il suo stomaco: anche se pesavano complessivamente solo 0,7 grammi, secondo gli scienziati sono stati probabilmente sufficienti ad uccidere l’animale.

L'articolo completo su: http://www.blogeko.it/2010/una-su-tre-ne-ha-un-po-nella-pancia-la-plastica-sta-uccidendo-le-tartarughe-nel-mare-adriatico/

Si discute del decreto No shopper

Al recente convegno organizzato a Roma per discutere sulla problematica degli shopper in plastica a rappresentare lo stato dell’arte è stato fra gli altri Ermete Realacci. Ha espresso così la sua posizione: «Il fine della norma era quello di promuovere nel Paese un impulso affinché il comparto della petrolchimica potesse rivedere il proprio operato in termini di eccellenza, onde costruire una partita che avrebbe allargato le possibilità economiche dell’industria italiana attraverso filiere ecocompatibili. Purtroppo si è perso del tempo e si sono persi gli obiettivi principali, non attrezzandosi per tempo e non affrontando subito i punti critici, ovvero: il reperimento della materia prima, le difficoltà tecnico-impiantistiche, l’integrazione fra le norme nazionali e quelle europee, il problema delle scorte». Sul punto, cioè sull’applicazione concreta del divieto, Stefano Ciafani, Responsabile Scientifico Nazionale di Legambiente, ha ricordato il forte sostegno dell’Associazione ambientalista a favore del mercato dei biopolimeri [shopper biodegradabili, ndr], e ha però aggiunto: «non è mai stata nostra intenzione pensare ad una sostituzione uno ad uno, né che tali dinamiche dovessero verificarsi senza la ricerca di un dialogo costruttivo con le imprese produttrici di film in polimeri tradizionali».

Nel mare tra Italia, Spagna e Francia una concentrazione di plastica più alta dell’isola di spazzatura nell’Oceano Atlantico

Legambiente insieme a Arpa Toscana e Arpa Emilia Romagna presenta il dossier “L’impatto della plastica e dei sacchetti sull’ambiente marino”

Nel mare tra Italia, Spagna e Francia c’è una concentrazione di plastica che supera quella del cosiddetto “continente spazzatura” presente nell’Oceano Atlantico. In un’ora nell’arcipelago toscano raccolti 4 kg di rifiuti, di cui il 73% in materiale plastico. È questo uno dei dati del rapporto “L’impatto della plastica e dei sacchetti sull’ambiente marino” realizzato da Arpa Toscana e dalla struttura oceanografica Daphne di Arpa Emilia Romagna su richiesta di Legambiente. Lo hanno presentato in Senato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, Francesco Ferrante, senatore del Partito Democratico e Fabrizio Serena, responsabile area mare di Arpat. Il rapporto, che sintetizza i principali studi scientifici sull’inquinamento da plastica in mare, potrà essere un utile contributo per il Ministero dell’Ambiente che dovrà rispondere alla richiesta di chiarimenti della Commissione europea sul bando italiano degli shopper. Sono queste, infatti, le motivazioni di carattere ambientale che possono consentire all’Italia di giustificare ogni ipotesi di violazione della Direttiva europea sugli imballaggi.


Per scaricare il dossier: www.legambiente.it