Questo il logo della campagna Legambiente che ha raccolto l'autunno scorso oltre 100 mila firmatari

giovedì 10 marzo 2011

Si discute del decreto No shopper

Al recente convegno organizzato a Roma per discutere sulla problematica degli shopper in plastica a rappresentare lo stato dell’arte è stato fra gli altri Ermete Realacci. Ha espresso così la sua posizione: «Il fine della norma era quello di promuovere nel Paese un impulso affinché il comparto della petrolchimica potesse rivedere il proprio operato in termini di eccellenza, onde costruire una partita che avrebbe allargato le possibilità economiche dell’industria italiana attraverso filiere ecocompatibili. Purtroppo si è perso del tempo e si sono persi gli obiettivi principali, non attrezzandosi per tempo e non affrontando subito i punti critici, ovvero: il reperimento della materia prima, le difficoltà tecnico-impiantistiche, l’integrazione fra le norme nazionali e quelle europee, il problema delle scorte». Sul punto, cioè sull’applicazione concreta del divieto, Stefano Ciafani, Responsabile Scientifico Nazionale di Legambiente, ha ricordato il forte sostegno dell’Associazione ambientalista a favore del mercato dei biopolimeri [shopper biodegradabili, ndr], e ha però aggiunto: «non è mai stata nostra intenzione pensare ad una sostituzione uno ad uno, né che tali dinamiche dovessero verificarsi senza la ricerca di un dialogo costruttivo con le imprese produttrici di film in polimeri tradizionali».

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